Thinking shattered Nicola > 新しい翼をもった僕!: 綿矢りさの蹴りたぃ背中(Wataya Risa, La schiena che vorresti prendere a calci)

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Sunday, April 01, 2007

綿矢りさの蹴りたぃ背中(Wataya Risa, La schiena che vorresti prendere a calci)


Mi sono imbattuto in questo libro per caso, stavo vagando per la libreria dell'aeroporto senza una meta precisa mentre le mie colleghe gioiose parlavano di trucchi, ombretti, oggettini, insomma cose da donne, quando Giusy mi ha detto disinteressatamente: "Guarda, una Giapponese...". Loro sanno che mi piace il giappone e ogni volta che si vede un Giapponese in aeroporto è un caso nazionale, tutti zitti con facce curiose a vedere se parlo in Giapponese, come se pensassero che so dire chissà che cosa e invece so dire solo un paio di cazzate. Insomma, c'era questo librettino piccolissimo con una giapponese in copertina, nascosto in un modo tale che solo Giusy potesse vederlo, 125 pagine, edizione Einaudi Stile Libero, prezzo 9 euro.

A dire la verità mi ha attirato come prima cosa la foto di copertina, poi ho letto la presentazione in quarta copertina che dice: Il mondo della scuola, i miti dell'adolescenza, la solitudine e la scoperta dell'eros e dell'amore. Il sorprendente romanzo della scrittrice che a soli diciannove anni ha vinto il più prestigioso premio letterario giapponese. Ispirato dal mio sogno di vivere l'adolescenza in Giappone, tra ragazze in divisa, bento, club extra scolastici e qualche amore ideale alla 片山恭一の世界の中心で愛をさけぶ (Gridare amore dal centro del mondo, di Kyoichi Katayama, editore Salani per l'edizione Italiana) con le mie giornate addolcite da una idealizzata Aki Hirose, ho comprato il libro. 蹴りたぃ背中 (La schiena che vorresti prendere a calci), scritto dalla ragazza che vedete sorridere nella foto sopra, 綿矢りさ (Wataya Risa, classe 1984), è un'opera che a quanto pare è piaciuta moltissimo in Giappone, rimanendo per mesi in vetta alle classifiche di vendita del mercato giapponese e vincitrice del premio Akutagawa, pari merito con 金原ひとみ (Kanehara Hitomi, classe 1983). Tradotto come al solito in maniera penosa da qualche cervellone italiano in "Solo con gli occhi".

La storia parla di una ragazza di nome Hatsu Hasegawa, ribelle e anche troppo sveglia i suoi 15 anni, che isolatasi dalle modaiole e false amiche di vecchia data si ritrova sola. Il formarsi di gruppetti ed alleanze strategiche durante una lezione di scienze al liceo produce una selezione naturale che la porterà ad avere a che fare con Satoshi Ninagawa, un ragazzo taciturno e solitario, al quale viene accoppiata per gli esperimenti col microscopio. Ninagawa però si interessa solo alla rivista che tiene gelosamente tra le gambe, una rivista di moda femminile dove immortalata c'è la modella della quale lui è segretamente innamorato, Oli-chan. L'isolarsi dal resto dei compagni porterà la ragazza ad attaccarsi a Ninagawa che travolto dall'impulsività della stessa si lascerà trascinare in quello che diventa un rapporto di amore e sottile disprezzo: l'amore del ragazzo per Oli-chan coinvolgerà anche Hatsu che combattuta tra la voglia di distrarlo dalla sua mania e l'intenzione di incentivarla per starci assieme il più possibile cadrà in una strana spirale di situazioni strane. Paradossalmente Oli-chan inizierà i due inesperti adolescenti alla vita, alla sessualità, e scesa dal cielo come un'entità divina, li abbandonerà quando il loro percorso di crescita sarà iniziato.

Interessantissimo libro per quanto riguarda la descrizione del mondo degli おたく (Otaku), ossessionati dai loro アイドル (idoli). La Wataya dimostra un'ironia e una maturità sospettamente troppo marcate per una ragazza della sua età, e alcuni passaggi del testo sono secondo me inutilmente voyeuristici e fuori luogo. Il racconto a tratti ricco di particolari descrittivi, e aiuta ad immergersi in una realtà spiccatamente sensoriale e ambientale sapientemente ricreata con le parole. Antonietta Pastore alla traduzione forse ha utilizzato un linguaggio troppo giovanile all'italiana (ehi prof, etc..) eliminando quella frontiera linguistica che separa il Giappone da noi per educazione, formalità e particolarità, e che secondo me andava in qualche modo mantenuta. Finale strano, anzi non so proprio se si può chiamare finale, ma dopo tre ore e mezza di lettura avevo già terminato il libro, e avevo capito ancora di più che non vorrei essere un adolescente giapponese, e che sono proprio uguali a noi in tutto, hanno solo gli occhi a mandorla e la divisa. Un'esperienza breve ed interessante, ma che non lascia il segno.

Ora sono molto intrigato dall'opera prima della Wataya, インスタル (Install). Vedremo.

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5 Comments:

  • At 08:15, Anonymous Anonymous said…

    Ciao, sono arrivata qui dopo aver trovato per caso le tue foto su Flickr. Sono un'appassionata di giappone, giapponese e adoro gli aeroporti quindi penso proprio che passerò spesso di qui :)
    Cmnq, io ho letto Install e invece mi manca l'ultimo uscito...ma lo comprerò al più presto.

     
  • At 13:49, Blogger nicolacassa said…

    Grazie per la visita! Com'è install? Dalla trama sembrerebbe interessante ed innovativo!

     
  • At 21:36, Anonymous Anonymous said…

    dunque mi segno titolo e autrice e appena posso lo leggo...così poi ti dico...cmq grazie della segnalazione ;-)

     
  • At 22:09, Blogger nicolacassa said…

    Dreca fammi sapere cosa ne pensi sono molto interessatto alla tua opinione!xxx

     
  • At 22:27, Anonymous Anonymous said…

    non mancherò...solo che dovrai aspettare almeno una decina di giorni...sono un po' piena di cose in questi giorni...

     

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