三島由紀夫 - 翼 (Yukio Mishima - Ali)
La mia collega "librofaga" Rossana mi aveva sempre parlato di Mishima, come di uno degli autori meglio in grado di esprimere la vera Giapponesità: mi regalò un libro, "Lezioni spirituali per giovani samurai", e no nl'ho ancora letto, forse per paura di avvicinarmi ad una scrittura cosi difficile senza un'adeguata preparazione mentale. Ieri ho visto, in libreria, un libro piccolo-piccolo di 26 pagine di cui solo 13 scritte in Italiano (c'era il testo Giapponese a fronte): si intitola "Ali", edito da Stampa Alternativa, collana Millelire. Costava un euro e l'ho comprato. Parla di due ragazzi, Yoko e Sugio, coetanei e cugini, ma reciprocamente innamorati l'uno del'altra. Un amore platonico nacosto alla vista di tutti fatto di silenzi e sguardi. I due si perdono di vista fino a incontrarsi di nuovo, adolescenti, su un treno, in tempo di guerra. Il treno è talmente affollato che i due non si accorgono di essere accanto, e la folla li preme l'uno all'altra, schiena contro schiena. Sia lui che lei sentono provenire dalla schiena del'altro un calore particolare associato ad un certo piacevole fastidio, e contemporaneamente nelle loro menti scaturisce la convinzione che l'altro abbia delle ali nascoste sotto i vestiti. Ricominciano a frequentarsi, senza mai fare parola di questa loro convinzione e senza sapere che l'altro nutra la stessa convinzione sulla propria persona a riguardo di questa magica caratteristica fisica. Il pensiero che il proprio amato/amata abbia le ali è comunque un pensiero tristissimo perchè, in caso veramente le avesse, potrebbe volare via abbandonando l'altro per sempre; in caso non le avesse, la scoperta potrebbe essere un tale trauma da far perdere l'amore per l'altro. Riflessioni filosofiche e psicologiche sull'amore taciuto che continuano fino a che la guerra non li separa, fino ad un finale terribilmente sconvolgente. L'amore per metafora, vissuto nei silenzi e nella timidezza fino ad essere elevato a mito. Un raccontino che mi ha sconvolto nella sua semplicità, scarnezza e genialità. Penso di avere compiuto il mio primo passo verso Mishima.
Labels: libri giapponesi
6 Comments:
At 23:12, Weltall said…
Sembra interessante...prestareee ^__________^
At 10:10, Anonymous said…
Cavolo...sembra tristissimo prrrrr
At 14:25, nicolacassa said…
>Cugino> Te lo faccio avere!!!
>Vale> Si lo è, ma è anche bellissimo!
At 13:16, Anonymous said…
Mishima è un grande...confessioni di una maschera è stupendo e non credo che abbia bisogno di troppa preparazione per essere letto, buttati tranquillamente...
Questo me lo hanno regalato quando ho iniziato a studiare giappo...
At 17:29, nicolacassa said…
>Dreca> Grazie per il consiglio appena lo trovo lo prendo subito!!!
At 08:01, Anonymous said…
Di Mishima ho letto poco: tra tutti gli autori giapponesi "classici" è quello meno in sintonia con i miei gusti letterari (preferisco Kawabata e Tanizaki, ad esempio). Però questa storia mi ha ricordato un'opera di Mishima che invece ho apprezzato, forse proprio perchè si discosta dallo stile di "Confessioni di una maschera". Si intitola "La voce delle onde", pubblicato da Feltrinelli. E consigliato da me ^^
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