Thinking shattered Nicola > 新しい翼をもった僕!: April 2007

shattered Nicola > 新しい翼をもった僕!

イタリア人 > 男性> 三十歳 > 日本語の学生 > 空港のセキュリティーの仕事 > 飛行機の操縦士 > 空想家 > 日本映画の大ファン > その他 Italiano >Maschio >Bianco >30 anni >studente di giapponese >addetto alla sicurezza aeroportuale >pilota di aerei >sognatore >appassionato di cinema giapponese >continuerei ma non c'è spazio >sono alla continua ricerca di qualcosa che non trovo<

Sunday, April 29, 2007

インストール(Install)

Come promesso dai miei precedenti intenti, mi sono impegnato per rintracciare l'opera prima di quella che sembra essere una rivelazione nelle librerie Giapponesi, Risa Wataya. Devo dire che il primo romanzetto che ho letto, 蹴りたぃ背中 (La schiena che vorresti prendere a calci), tradotto in Italia come Solo Con Gli Occhi non mi ha entusiasmato particolarmente, per dei motivi precisi: la scrittura scarna e poco descrittiva sembrava arida nella sua concisione, le accurate descrizioni voyeuristiche mi davano l'impressione della creatività "pilotata" di una giovanissima autrice, un fuoco di paglia come Melissa P. che a mio parere era una semplice e pura creazione di marketing. Vi erano però delle autentiche sensazioni che scaturivano dal racconto che mi facevano sentire di nuovo diciassettenne, con quel batticuore particolare, quel sentire le emozioni così dannatamente amplificate e sentire la vita che scorreva alla velocità della luce nelle tue vene. Un filo di verità lo trovavo in fondo in quelle righe, così ho voluto riprovare, e devo dire di essermi ricreduto in pieno.
Scritto dalla Wataya a soli diciassette anni, sicuramente fuori da qualsiasi meccanica di marketing editoriale, Install, edito da Einaudi Stile Libero è un romanzetto piccolo piccolo, di poco più di cento pagine, e stampato con margini di pagina e dimensione dei caratteri che alcuni definiscono imbarazzanti, si legge tanto in fretta che viene quasi da pensare di aver buttato 8,50 euro. Presentato come il libro che ha dato voce alle inquietudini e al senso di solitudine delle nuove generazioni va assolutamente rivalutato in un'altra prospettiva.
Asako ha diciassette anni, vive la sua quotidianità come tutte le altre ragazze giapponesi della sua età, tra piccoli finti drammi, solitudini, impegnativi rapporti interpersonali: Asako dimostra una certa attitudine all'impulsività e alla sfrontatezza. Un giorno stanca della sua vita si assenta da scuola prima della fine delle lezioni, e viene sospesa per diversi giorni. Caduta in depressione per l'andare delle cose decide di fare piazza pulita di tutto, a cominciare dalla sua stanza, che svuota completamente di arredi e suppellettili, compreso un pianoforte, e gettando tutto alla spazzatura durante diversi giorni di duro lavoro. Per ultimo trova, impolverato, un vecchio computer, che non ne vuole sapere di funzionare, regalo dell'amato nonno buon'anima. Getta a malincuore anche quello, e si ritrova davanti alla catasta di rifiuti nel deposito condominiale, vestita con la divisa scolastica e distesa su un pavimento puzzolente di benzina e olio. Per la sua piccola vita questo è il fondo. Incontra in quell'istante un bambino, al quale regala il computer al quale sembrava interessatissimo. Passano così i giorni, e Asako continua ad uscire di casa la mattina vestita della sua divisa, aspetta che la madre esca di casa e rientra per passare le giornate nella sua stanza vuota. Durante i giorni festivi la madre rimane in casa, e lei si rifugia nella terrazza del palazzo. Passano i giorni e una serie di strani eventi la portano ad incontrare di nuovo il bambino, che è riuscito ad aggiustare il computer e lo usa abitualmente rinchiuso dentro un armadio a muro. I due stringeranno uno strano legame per via di questo computer, e il bambino rivelatosi anche troppo grande per la sua età le proporrà di sostituirlo in un "lavoretto" che è solito svolgere nel tempo libero: fingere di essere una prostituta in una chat erotica a pagamento.
Lo so, è come ricevere un colpo di bastone in testa, ma questa storia, che sembrerebbe la prefetta teen story giapponese della ragazzina ribelle in divisa e della sua vita omologata, si tinge di toni oscuri e sporchi. La Wataya si giostra con abilità nello sfruttare in questo primo romanzo la concisione del suo esprimersi per trasmettere sinceramente l'impulsività della sua giovane protagonista che racconta in prima persona tutto ciò che accade, come in un diario scritto da una ragazza di diciassette anni com'è lei stessa. Se nel romanzo successivo pecca nel reiterare macchinosamente questa attitudine, in questo ne mostra la vera essenza. Uno stile unico che colpisce nella sua semplicità e che scrittori come Ryu Murakami e Dazai Osamu hanno definito come la rara capacità di andare dritta al cuore delle cose. Asako rinchiusa in quell'armadio a muro, e come l'autrice tiene provocantemente a precisare "vestita della sua divisa scolastica" scopre un mondo parallelo del quale non ha mai fatto parte, sperimentando un futuro che non è ancora arrivato, quello della sessualità, senza correrne i rischi reali, come per gioco. Assolutamente irreale la figura del bambino, che già esperto insegna alla ragazza i trucchi per essere provocante ma non esplicita; come capire cosa voglia il cliente leggendo il suo nick-name etc. Asako con i suoi diciassette anni a la sua divisa da liceale è considerata dalla società "merce griffata", diciassette anni in Giappone sono l'età in cui si diventa famosi, in cui si è desiderati, in cui si può avere tutto sfruttando la propria immagine e la propria giovinezza. All'eccitazione sessuale provata nel fare qualcosa di sporco e proibito senza comunque farlo veramente piano piano si sostituisce ad un senso di deterioramento, quattro settimane fuori da scuola danno alla fine i problemi che ci si aspettano e gli insegnanti si fanno vivi. Un finale da brivido, ma non come ci si aspetterebbe con maniaci che raggiungono la ragazza, ma la resa dei conti con la sua stessa vita, con la sua coscienza pura di diciassettenne, con chi la ama. Un colpo al cuore che dura un soffio, e il libro è finito. Lungo quanto basta per colpire e breve abbastanza per non stancare, Install è un romanzo bellissimo, sincero e cristallino. Spero che Risa Wataya non venga sfruttata per essere trasformata in un feticcio, ma sviluppi questo suo incredibile stile senza reiterare maldestramente la sè stessa di Install come ha fatto in Keritai Senaka.

Labels:

Friday, April 27, 2007

Japan Underground

Se come me siete affascinati dalla cultura Giapponese, ma la vedete ancora così diametralmente opposta alla nostra; se come me siete in Giappone ed entrate in una enorme libreria di notte e vi accorgete con sorpresa di essere entrati in un tempio della pornografia dove girano liberamente adulti, ragazzi, uomini e donne che scelgono oggetti di ogni tipo o DVD come se comprassero caramelle...e vi chiedete il perchè; se non capite proprio perchè ai Giapponesi piaccia legarsi, o ferirsi, o travestirsi...beh questo libro può darvi un aiuto. Gabriele Rossetti collabora con la cattedra di archeologia, storia dell'arte e filosofia dell'asia orientale dell'università di Genova, è un ottimo conoscitore del Giappone e ha portato avanti uno studio interessantissimo i cui risultati sono riportati in questo libro. Per capire qualcosa del simbolismo erotico giapponese e della sessualità in genere dei giapponesi bisogna per forza cercare nelle radici di questa cultura, che si è sviluppata con dinamiche completamente diverse dalle nostre, soprattutto religiose. Il sesso è una parte integrante della cultura giapponese, si pensi alle feste dove vengono portati in processione enormi falli, e dove non è raro vedere bambini con lecca-lecca dalla egual forma; si pensi alle forme d'arte erotiche e non studiate dalle Geishe, fino alla immensa e multisfaccettata editoria contemporanea, dal cinema ai manga, dai cartoni animati alla fotografia, arti dalle precise codificazioni e dalle mille forme. Tematiche sociali di importantissimo respiro morale come l'enjo kousai, i vari tipi di case di piacere, gli hostess club, i soap land, i love hotel, fino a vere e proprie pratiche codificate come lo Shibari, cioè l'antichissima arte di legare il partner. Un saggio completo che arriva finalmente a spiegare risolutivamente le dinamiche del tatemae e honne, cioè il contegno e decoro nei confornti del pubblico e della società, e la propria privata indole, relazionate alla normalissima attitudine dei giapponesi a comportamenti che in Europa e in generale in società a stampo cristiano sarebbero deplorevoli. Si analizza inoltre il culto del Kawaii (carino...in senso Giapponese). Cito dalla prefazione:
La cultura erotica Giapponese è un mondo di immaginazione, dove non esiste il senso del peccato. Il sesso trasuda l'odore del corpo, un profumo che ricorda la possibilità di sentirsi puri anche se violati da qualcosa di sporco, sensazioni corporali ma anche organolettiche. La fantasia Giapponese scuote tutti i sensi fino al culmine, fino al raggiungimento dell'orgasmo mentale e fisico, dando sempre più importanza al gioco psicologico in cui trovano espressione il feticismo e le parafilie. In un Giappone dove ogni gesto è codificato ed elevato ad arte, anche il sesso estremo si compie secondo determinate regole di comportamento e princìpi estetici. Nella società dei consumi, il corpo, l'oggetto del desiderio, è messo in vendita e plasmato secondo le richieste, i gusti e le sensibilità del consumatore. Il corpo si traveste, si modifica chirurgicamente o con l'ausilio di metalli e inchiostri. Così, la sessualità prende in prestito le iconografie della cultura popolare: quella spensierata dei manga o quella cupa del gotico, mischiandosi ad infantilismi e preversioni, a morte ed eroismo.
Gabriele Rossetti, Japan Underground, 2006 Castelvecchi editore, Roma

Labels:

Thursday, April 26, 2007

Buona fortuna...

Questo è difficile, ho creato un mostro...

Tuesday, April 24, 2007

Willy

Uno dei momenti più indimenticabili della serie Willy Il Principe di Belair...

Sunday, April 22, 2007

괴물(Gwoemul, titolo occidentale: The Host)

Penso sempre di più che questa mia passione per il Giappone e di conseguenza peril cinema Giapponese mi stia portando a snobbare altre realtà importanti come il prolificissimo cinema Sud-Coreano. Per fortuna c'e Weltall che mi fa scoprire delle chicche imperdibili come questa. Dopo Memories Of Murder, del 2003, Joon-Ho Bong è di nuovo sceneggiatore e regista con risultati molto soddisfacenti. In una odierna Seoul, l'inquinamento del fiume Han causato dallo scarico di sostanze nocive come la formaldeide (almeno questa sembra la ragione principale da quello che ho visto nelle prime scene) ha causato la mutazione di alcune creature. Il fenomeno passa inosservato per alcuni anni fino a che in una calda giornata di sole la natura chiede la sua resa dei conti. L'anziano Park Hie-Bong e lo scapestrato e strano figlio Kang-Du lavorano come sempre al loro chiosco sulle rive del fiume, popolate da gruppi di persone che prendono il sole nei prati subito sopra gli argini. Li raggiuge all'uscita da scuola la figlia di Kang-Du, Hyun-seo. Alcune persone osservano incuriosite una strana figura che penzola da uno dei ponti vicini. Non si capisce se sia un essere vivente o no fino a che la figura effettua un tuffo nell'acqua e si avvicina nuotando al gruppo di persone che ormai infoltito ha raggiunto le sponde. L'essere si rivela subito ostile uscendo dall'acqua e cominciando a schiacciare e letteralmente gettare le persone a centinaia di metri di distanza. Nella fuga generale Kang-Du perde di vista la figlia a causa della confusione, scambiandola con un'altra bambina vestita con la stessa divisa scolastica, e il mostro dopo aver ucciso decise di persone la trova sulla sua via di fuga e la cattura, rigettandosi nel fiume per riemergere sull'altra sponda e ingoiare la povera bambina. Le autorità prendono militarmente il controllo della situazione sottoponendo l'area a quarantena e obbligando la popolazione che ha subito un contatto anche indiretto con la creatura a cure e controlli medici. Le autorità spargono la voce di un virus del quale sarebbe portatore il mostro: Kang-Du, reo di aver affermato di aver colpito il mostro e ricevuto sul viso uno schizzo di sangue, viene isolato e ricoverato assieme ai due fratelli Nam-Li, laureato, disoccupato e alcoolizzato, e Nam-Ji, campionessa nazionale di tiro con l'arco, che li hanno raggiunti durante i funerali della piccola. Durante la degenza Kang-Du riceve una telefonata dalla bambina che incredibilmente è viva e giace in un canale di scolo del fiume. Una roccambolesca fuga dell'intera terribile famiglia Park dall'ospedale sarà l'inizio di una disperata ricerca per il salvataggio della bambina. Fa piacere rivedere Du-na Bae, dopo Linda Linda Linda e Simpathy For Mister Vengeance (Mr. Vendetta), superstar non a caso sia in Sud-Corea che in Giappone, non solo per il suo fascino particolare ma per la sua bravura e spontaneità; il bravissimo Kang-ho Song se la cava alla grande in un ruolo non facile (interpreta infatti una persona affetta da una lieve demenza mentale), Joon-Ho Bong gli da di nuovo fiducia dopo la sua fantastica prova nel loro precedente sodalizio, Memories Of Murder. La storia si evolve senza alcuna scontatezza, riservando colpi di scena e un finale assolutamente inusuale. Rivedo con immensa gioia la neozelandese WETA all'opera nel design del mostro e in alcuni effetti visivi, dopo il lavoro incommensurabile della trilogia de Il Signore Degli Anelli di Peter Jackson. Bellissimo film.

Friday, April 20, 2007

Far East

Ed ecco che inizia il Far East Film Festival di Udine, e noi non ci andiamo! Ho trovato nel blog di Stefy questo video promozionale spassosissimo!

Thursday, April 19, 2007

Scrivere sull'acqua...

Sembrerebbe un'impresa impossibile, a causa della fluidità stessa del fluido, ma i ricercatori dell'università di Akishima, vicino Tokyo, hanno trovato la soluzione all'annoso problema: Piazzare dei generatori di micro-onde in un cerchio del diametro di circa un metro e mezzo, collegarli ad un calcolatore che impartisca degli ordini ed il gioco è fatto. Il difficile sta nel calcolare un algoritmo adatto perchè gli impulsi si trasformino in una reale ma estremamente effimera scultira d'acqua, che dura pochi decimi di secondo. Secondo il prof. Shigeru Naito, inventore della macchina, è solo un primo passo di un interessante processo evolutivo del mezzo comunicativo. Le applicazioni nel campo pratico sono obbiettivamente inesistenti, l'invenzione è completamente inutile se non per uno scopo scenografico, e irrealizzabile se non in specchi d'acqua completamente calmi. Sono pazzi questi Giapponesi!

Wednesday, April 18, 2007

Magia

Monday, April 16, 2007

Children Of Men (I Figli Degli Uomini)


Siamo nel 2027, l'umanità sta collassando a causa di un'ennesima futuristica catastrofe endemica. Questa volta gli esseri umani non riescono più a procreare da 18 anni. Baby Diego, il ragazzo più giovane del mondo, un bulletto impertinente Argentino di 18 anni viene ucciso da un fan al quale rifiuta un autografo: la popolazione è affranta per la scomparsa di quella che veniva considerata quasi una semidivinità o ad altri occhi un fantoccio feticistico di una speranza che andava svanendo. Il mondo è nel caos, tutte le nazioni sono distrutte da guerre e saccheggi, solo l'Inghilterra, vuoi per la sua insularità (mi ricorda tanto un altro film di zombi virulenti, ma qui erano in svantaggio proprio per questo...), vuoi per la rigidità delle forze dell'ordine resiste alla follia nonostante sia letteralmente invasa da profughi da tutt'Europa. Theo Faron (Clive Owen) è un impiegato ed ex attivista politico. Vive la sua quotidianità in una Londra addobbata a campo di concentramento/immondezzaio, tra campi di concentramento improvvisati per profughi e bombe un pò qui e un pò là. La morte del fantoccetto argentino lo scuote alquanto, insomma la speranza se ne va anche per lui, e la rassegnazione si fonde con la quotidianità di una vita in declino costante. Theo viene all'improvviso rapito da un'associazione terroristica chiamata "I Pesci". A capo dell'associazione c'è la sua ex moglie Julian Taylor (Julianne Moore). Dopo vent'anni di separazione si fa viva di nuovo, e la faccenda puzza al nostro Theo che se ne chiede il perchè. Julian chiede a Theo di intercedere per avere un permesso di passaggio per uscire da Londra e raggiungere la costa: c'è di mezzo una ragazza di colore. Theo è restio ad accettare, ma 5000 sterline sono un buona ragione per ripensarci. Il cugino di Theo, ministro del governo in carica gli concede un pass di accompagnamento, il che significa che dovrà lui stesso accompagnare la ragazza fuori Londra. Altre 2000 sterline e si parte. Una catastorfe improvvisa coglie il gruppetto che si allontana dalla città, e i programmi cambiano, e le carte si scoprono improvvisamente: La ragazza porta con se un tesoro che Theo sarà costretto per forza a salvare anche con la vita, per il bene di tutti.
Un film d'azione-futuristico-catastrofico molto bello e coinvolgente. Alfonso Cuaròn dopo aver guidato le bacchette magiche e gli incantesimi di Harry Potter e Il Prigioniero Di Azkaban (vabbè dopo milioni fi film come regista, sceneggiatore, produttore, principalmente in Messico) si cimenta nel genere action, e il risultato è fantasmagorico. Non che la sceneggiatura sia fantasmagorica, anzi i caposaldi del cinema catastrofico-futuristico americano ci sono tutti, compresi l'odio interrazziale, la figura dell'eroe semifallito che non ha nulla da perdere etc, ma il girato è bellissimo, la fotografia all'avanguardia di Emmanuel Lubezki è fantasmagorica e ci sono alcune idee impressionanti, come scene lunghissime girate in piena azione senza mai staccare l'inquadratura (una scena a bordo di una macchina dovei nostri sfigati sono assaliti da una folla inferocita ricorda moltissimo il video dei Radiohead, Karma Police), o altre scene girate sempre alla stessa maniera con steadycam alla Salvate Il Soldato Ryan, di Spielberg: non idee originalissime, ma piacevoli. Tre nominations agli Oscar, tra cui miglior fotografia (unico premio tecnico vinto a Venezia dallo stesso Lubezki).

Children Of Men, UK/USA 2006

Regia: Alfonso Cuaròn

Friday, April 13, 2007

Thank you for smoking.

Il fumo, questo film parla del fumo. Nick Nailor di professione fa il Lobbysta, cioè cura e protegge gli interessi delle lobbies, in particolare di quella del tabacco. Nick Nailor avrà tanti difetti, ma sa parlare, e lo fa dannatamente bene. Se riesci a dimostrare che il tuo interlocutore abbia torto, allora hai automaticamente ragione senza dover dimostrare alcuna veridicità sulle tue tesi. Basandosi sulla vaghezza di una scienza dai tempi dilatatamente lunghi, la lobby del tabacco fonda un istituto chiamato Centro per gli studi sul tabacco, lo scopo del quale è studiare i reali effetti nocivi del fumo sulle persone. Essendo un organo di parte, in realtà l'istituto rema contro i suoi reali interessi, facendo invece quelli dei suoi stessi padroni che hanno tutt'altra volontà che dimostrare che il fumo è nocivo per gli esseri umani. Nick Nailor, un figlio, un matrimonio fallito alle spalle, è il vicepresidente e front man del centro: in quanto tale è il bersaglio di tutte le associazioni e degli attivisti antifumo. La sua irresistibile dialettica ne fa l'uomo più odiato, ma di grande notorietà. Lui non nasconde la verità, la filtra. Il film inizia in un Talk Show come tanti in America, Nick siede assieme a diverse persone, tutti presidenti e attivisti di associazioni antifumo, poi il vice di un senatore antifumo e infine un ragazzino col cancro a causa delle sigarette. Un nutrito gruppo di contendenti agguerriti, ma Il nostro Nick non si fa intimorire e rivolta la situazione a suo favore, facendo apparire paradossalmente come deficienti tutti gli altri.
Per me il fumo è un argomento ultra importante perchè è parte della mia vita fino ad ora: mio padre mi ha fumato addosso per vent'anni, e odio tutto ciò voglia dire fumo e fumatori. Addirittura ho deciso che la mia ragazza NON deve fumare, ho deciso che nella mia macchina non si fuma, e a lavoro uccido letteralmente chiunque osi tirare fuori una sigaretta. Perchè per la maggior parte i fumatori sono molto maleducati e incuranti di chiunque gli stia intorno. Basti vedere le spiagge, o i bordi delle strade: ormai è pieno di sigarette spente ovunque come fosse normale finire di fumare e gettare la sigaretta accesa per terra, ovunque si sia, in spazi aperti. Quando ero piccolo ricordo che la gente schiacciava le sigarette per terra, per spegnerle, e io mi divertivo a schiacciare quelle che emettessero ancora un timido anelito di fumo: ora no si "usa" più. Nel luogo dove lavoro io si fuma in bagno, impestando l'aria fino a che non si possa più respirare, e poi gettano le sigarette accese nel cesso, SENZA tirare lo sciacquone: dico ci vuole molto a farlo? No, non lo fanno. Nel contratto di lavoro addirittura, fumare negli orari di lavoro è giusta causa di licenziamento, ma non importa a nessuno, tantomeno a quelli che devono far rispettare le regole che sono i primi accaniti fumatori. Le aziendo ogni anno perdono miliardi a causa dei dipendenti fumatori che si "spostano" per la "dovuta" sigaretta dalle 5 alle 10 volte al giorno: chi non fuma deve lavorare anche per loro e più di loro visto che secondo un mio calcolo rimangono a fumare anche 30 minuti durante un turno di lavoro. Eravamo arrivati ad un punto in cui non si poteva più entrare dentro un luogo pubblico senza uscirne con gli abiti maleodoranti.
Mi sono accinto a guardare questo film con la mia fortissima convinzione antifumo e con la curiosità di vedere come si potesse rendere un lurido verme simpatico e parteggiare per lui. Giuro sono riusciti a farmi parteggiare per lui e per i fumatori! Parteggiavo per Nick e per le "contraddizioni" che tirava fuori su un argomento spinoso e complicato.
La storia continua raccontando l'ascesa del nostro ballista, fino a che non arriva ad incontrare direttamente mister Tabacco, cioè il capo di tutti, e a diventarne il pupillo. Tutto poi va a rotoli quando l'infallibile front man non finisce a letto con un'avvenente giornalista che lo rovina. Segue un finale tutt'altro che scontato e molto stimolante.
Stordito e sbalordito, ma ora comunque cosciente, voglio fare un riepilogo di quello che mi rimane dopo questo film.
- Le ragioni dei fumatori: I fumatori hanno il diritto a consumare la loro droga liberamente: cosiccome odio chiunque si opponga all'aborto, all'inseminazione artificiale, ai DICO e chiunque voglia far valere la propria convinzione personale sulla libertà degli altri, sono arrivato sillogicamente ad odiare me stesso, che volevo costringere gli altri anon fumare. Penso che gli esseri umani siano coscienti di ciò che fanno, e quindi se si vogliono uccidere, che lo facciano liberamente.
- Le ragioni dei non fumatori: I non fumatori hanno diritto a vivere in un mondo non inondato dalle cicche altrui e a non respirare il fumo passivo mortale altrui.
- Conclusioni: Bisogna creare degli spazi per i fumatori dove si possa consumare una sigaretta senza influire sulla salute degli altri, bisogna inasprire le leggi sul bene pubblico per limitare l'imbrattare di strade e luoghi pubblici. Bisogna impedire agli adulti di fumare di fronte ai bambini per la salute degli stessi, siano essi i genitori, soprattutto in macchina d'inverno o in estate con l'aria condizionata e i finestrini chiusi. E' giusto che le ditte produttrici di tabacco siano state condannate a risarcire i fumatori, ma non per averli uccisi, ma per aver inserito ingredienti assuefanti nelle sigarette che forse modificano la volontà di una persona portando la sua stessa consapevolezza della nocività del fumo ad annullarsi. Poi penso che chiunque sia in grado di decidere con la propria testa: io in 28 anni non ho mai messo una sigaretta in bocca, e tante volte ne sono stato tentato, per sentirmi parte di un gruppo, per avere qualcosa da fare mentre si sta con una persona e non si sa dove mettere le mani, etc. Lo sanno tutti che fumare fa male, se poi una persona decide comunque di farlo, bene, ma che non imponga agli altri il proprio fumo, e che non sia maleducata.

Tuesday, April 10, 2007

All about Salyu

Visto che mi sono comprato l'Ipod ad Akihabara, ho cominciato ad ascoltare musica, devo dire che non lo facevo da tempo.

L'anno scorso, ci è capitato tra le mani un bellissimo film di Shunji Iwai che si intitola リリイ・シュシュのすべて(All about Lily Chou Chou). Il film in breve è frutto di un esperimento del regista che ha creato dal nulla il mito di una cantante, con l'aiuto del web questa leggenda si è ingigantita fino a che l'immaginaria cantante aveva migliaia di fan in tutto il Giappone. Da qui parte il film, ma ci interessa parlare della ragazza che ha dato la voce e le sembianze a Lily Chou Chou: è la cantante Salyu.
Il suo vero nome è Ayako, è nata a Kikuna (Kohoku), nella circoscrizione di Yokohama, prefettura di Kanagawa, vicino Tokyo, il 13 ottobre del 1980. Il film, pur non dandole visibilità fisica se non in una scena alla fine dove canta da un megaschermo, è imperniato sulla sua voce che moti definiscono eterea, da qui il mito dell'etere, cioè uno spazio immaginario dove si raccolgono tutti gli Otaku innamorati di Lily Chou Chou e del quale lei è la dea (...). La sua notorietà inizia proprio da qui, siamo nel 2001. Il suo primo album è proprio la colonna sonora ufficiale del film.
Mi sono capitate tra le mani alcune canzoni, anche grazie a YouTube. Devo dire che è proprio brava, la sua voce è molto gradevole e particolare nella sua imperfezione: qualcuno la paragona a Bjork.
Se vi va guardate i video che seguono, sono due sue canzoni che a me piacciono moltissimo.

Friday, April 06, 2007

Labirinto

Ecco il labirinto che avevo promesso, è abbastanza piccolo e semplice rispetto a quelli che faccio normalmente, anche se alcuni passaggi sono cattivi, c'è anche la personalizzazione per la committente! L'entrata è nell'angolo superiore sinistro, l'uscita è in quello inferiore destro. Buona fortuna!

Thursday, April 05, 2007

Die Hard

Quest'anno il ritorno di Bocci setti e spanta ottu*, John Mc Clane, interpretato da Bruce Willis! Inutile dire che voglio vederlo al cinema con Weltall, Makkuro e soprattutto ci dev'essere lui, Mikyalpha!

*espressione in sardo che vuol dire "ne uccide sette e ne spaventa otto", adatta a Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Chuck Norris, Steven Seagal, Mel Gibson in Arma Letale etc)

Wednesday, April 04, 2007

ニアちゃんのブログ(Il blog di Nia-chan)

Nel post sul libro di Risa Wataya, ha commentato una ragazza di nome Stefy, che attraverso le mie foto su flickr è arrivata a Shattered Nicola. Stefy ha 26 anni ed è laureata in Giapponese, e traduce i manga! Oltre ad essere appassionata chiaramente di Giappone mi dice di essere appassionata di aeroporti!! Vi vorrei segnalare il suo blog, che per pura coincidenza si chiama allo stesso modo del mio blog giapponese, "stefy in Japan"! E' interessantissimo e ci sono un sacco di informazioni che per me sono come droga! Tra tutti mi è piaciuto il post sulla fioritura dei ciliegi, argomento attualissimo in questo periodo!!!
Il blog di Stefy è a questo indirizzo:
questo è il suo photostream su flickr:
はじめまして、よろしくお願いしますニアちゃん。

Sunday, April 01, 2007

綿矢りさの蹴りたぃ背中(Wataya Risa, La schiena che vorresti prendere a calci)


Mi sono imbattuto in questo libro per caso, stavo vagando per la libreria dell'aeroporto senza una meta precisa mentre le mie colleghe gioiose parlavano di trucchi, ombretti, oggettini, insomma cose da donne, quando Giusy mi ha detto disinteressatamente: "Guarda, una Giapponese...". Loro sanno che mi piace il giappone e ogni volta che si vede un Giapponese in aeroporto è un caso nazionale, tutti zitti con facce curiose a vedere se parlo in Giapponese, come se pensassero che so dire chissà che cosa e invece so dire solo un paio di cazzate. Insomma, c'era questo librettino piccolissimo con una giapponese in copertina, nascosto in un modo tale che solo Giusy potesse vederlo, 125 pagine, edizione Einaudi Stile Libero, prezzo 9 euro.

A dire la verità mi ha attirato come prima cosa la foto di copertina, poi ho letto la presentazione in quarta copertina che dice: Il mondo della scuola, i miti dell'adolescenza, la solitudine e la scoperta dell'eros e dell'amore. Il sorprendente romanzo della scrittrice che a soli diciannove anni ha vinto il più prestigioso premio letterario giapponese. Ispirato dal mio sogno di vivere l'adolescenza in Giappone, tra ragazze in divisa, bento, club extra scolastici e qualche amore ideale alla 片山恭一の世界の中心で愛をさけぶ (Gridare amore dal centro del mondo, di Kyoichi Katayama, editore Salani per l'edizione Italiana) con le mie giornate addolcite da una idealizzata Aki Hirose, ho comprato il libro. 蹴りたぃ背中 (La schiena che vorresti prendere a calci), scritto dalla ragazza che vedete sorridere nella foto sopra, 綿矢りさ (Wataya Risa, classe 1984), è un'opera che a quanto pare è piaciuta moltissimo in Giappone, rimanendo per mesi in vetta alle classifiche di vendita del mercato giapponese e vincitrice del premio Akutagawa, pari merito con 金原ひとみ (Kanehara Hitomi, classe 1983). Tradotto come al solito in maniera penosa da qualche cervellone italiano in "Solo con gli occhi".

La storia parla di una ragazza di nome Hatsu Hasegawa, ribelle e anche troppo sveglia i suoi 15 anni, che isolatasi dalle modaiole e false amiche di vecchia data si ritrova sola. Il formarsi di gruppetti ed alleanze strategiche durante una lezione di scienze al liceo produce una selezione naturale che la porterà ad avere a che fare con Satoshi Ninagawa, un ragazzo taciturno e solitario, al quale viene accoppiata per gli esperimenti col microscopio. Ninagawa però si interessa solo alla rivista che tiene gelosamente tra le gambe, una rivista di moda femminile dove immortalata c'è la modella della quale lui è segretamente innamorato, Oli-chan. L'isolarsi dal resto dei compagni porterà la ragazza ad attaccarsi a Ninagawa che travolto dall'impulsività della stessa si lascerà trascinare in quello che diventa un rapporto di amore e sottile disprezzo: l'amore del ragazzo per Oli-chan coinvolgerà anche Hatsu che combattuta tra la voglia di distrarlo dalla sua mania e l'intenzione di incentivarla per starci assieme il più possibile cadrà in una strana spirale di situazioni strane. Paradossalmente Oli-chan inizierà i due inesperti adolescenti alla vita, alla sessualità, e scesa dal cielo come un'entità divina, li abbandonerà quando il loro percorso di crescita sarà iniziato.

Interessantissimo libro per quanto riguarda la descrizione del mondo degli おたく (Otaku), ossessionati dai loro アイドル (idoli). La Wataya dimostra un'ironia e una maturità sospettamente troppo marcate per una ragazza della sua età, e alcuni passaggi del testo sono secondo me inutilmente voyeuristici e fuori luogo. Il racconto a tratti ricco di particolari descrittivi, e aiuta ad immergersi in una realtà spiccatamente sensoriale e ambientale sapientemente ricreata con le parole. Antonietta Pastore alla traduzione forse ha utilizzato un linguaggio troppo giovanile all'italiana (ehi prof, etc..) eliminando quella frontiera linguistica che separa il Giappone da noi per educazione, formalità e particolarità, e che secondo me andava in qualche modo mantenuta. Finale strano, anzi non so proprio se si può chiamare finale, ma dopo tre ore e mezza di lettura avevo già terminato il libro, e avevo capito ancora di più che non vorrei essere un adolescente giapponese, e che sono proprio uguali a noi in tutto, hanno solo gli occhi a mandorla e la divisa. Un'esperienza breve ed interessante, ma che non lascia il segno.

Ora sono molto intrigato dall'opera prima della Wataya, インスタル (Install). Vedremo.

Labels: